STEINBERGER BASS Q4 – Q5 – XQ2 – XQ25

Come saper riconoscere i modelli

Una guida definitiva per gli appassionati

Steinberger XQ25

Maggio 2006

In questo spazio vorrei descrivere le differenze costruttive, nonché di sonorità, per alcuni modelli di bassi

STEINBERGER Q4 – Q5 – XQ2 – XQ25

Q4   – (modello “Q”, 4 corde versione 1)

XQ-2 – (modello “Q”, 4 corde versione 2)

XQ4 – (nome utilizzato impropriamente per identificare il modello 4 corde)

Q5   – (modello “Q”, 5 corde versione 1)

XQ-25 – (modello “Q”, 5 corde versione 2)

XQ5 – (nome utilizzato impropriamente per identificare il modello 5 corde)

XQ-MY – (Modello XQ distribuito da Music-Yo, sigla da me utilizzata per questa versione)

XZ Spirit – (Con manico in legno, distribuito da Music-Yo, XZ2 se 4 corde, XZ25 se 5 corde)


Perché STEINBERGER ?

Sono sempre stato un estimatore degli strumenti STEINBERGER.

Negli anni ’80 avevo letteralmente le palpitazioni accelerate ogni volta che mi capitava di vedere dal vivo, o in un qualche video, un modello XL2 (la “scopetta”) ma il suo prezzo era inarrivabile per uno studente delle superiori come me (quasi 3.000.000 delle vecchie Lire).

Da allora ho sempre seguito con estremo interesse tutti i prodotti STEINBERGER.

Purtroppo Internet non aveva ancora fatto la sua comparsa e le informazioni che ricevevo o leggevo erano spesso frammentate se non addirittura errate. Questi strumenti non hanno avuto infatti una grande diffusione in Italia, chi li ha provati o si è innamorato (come il sottoscritto) o li ha odiati.

Sul finire degli anni ’90 ho iniziato a suonare in una cover-tribute band di Vasco Rossi e così è iniziata una ricerca per l’acquisto di un basso come quello del “Gallo” (Claudio Golinelli ha praticamente sempre usato bassi STEINBERGER nei live con Vasco, prima i modelli XL interamente in simil fibra di carbonio passando poi successivamente ai modelli Q/XQ con corpo in legno e manico in fibra).

La ricerca, conclusasi con l’acquisto di un modello XQ25A in colorazione Fireburst (XQ25AFB che si vede nella foto di copertina), è stata preceduta da una attenta valutazione e studio dei modelli, cercando di reperire tutte le informazioni possibili utilizzando il web (principalmente su siti americani).

Posso quindi dire, senza falsa modestia, di aver visionato molti bassi STEINBERGER ed aver capito non solo quali sono le differenze sostanziali tra le varie serie ma anche quali sono i particolari che a volte sfuggono ad un occhio meno attento.

In particolare cercherò ora di evidenziare le differenze tra 3 modelli tipo “Q“, apparentemente simili ma effettivamente ben diversi tra loro.

Per le immagini di questi bassi vi rimando al sito più completo per gli appassionati di questo marchio, ovvero STEINBERGER WORLDhttp://www.steinbergerworld.com.


Identificazione del modello

Per aiutarci a capire esattamente il modello di strumento STEINBERGER, è possibile consultare la seguente tabellina da me creata:


Steinberger Q4 – Q5

La serie Q4 – Q5 (Q5 è la versione a 5 corde), introdotta nel 1990, è stata un’altra grande svolta in casa STEINBERGER, svolta coraggiosa come sempre.

Originalmente la brochure di presentazione prodotto citava Q4Q5 ma, successivamente e con l’acquisizione della società da parte di Gibson,  questi modelli sono stati anche identificati con le sigle : XQ2 per i modelli a 4 corde e XQ25 per i modelli a 5 corde. Infatti la “X”, che identifica i bass guitar (ricordo che le chitarre hanno la lettera “G”), è stata anteposta nella serie Q solo dalla seconda versione, che coincide appunto con l’acquisizione da parte di Gibson.

I Modelli Q4 – Q5 hanno il corpo in acero ed il manico in “Steinberger Blend“, una sorta di miscela tra fibra di carbonio e fibra di vetro con la tastiera in resina epossidica. Per molti aspetti, continuano così la strada già intrapresa con la serie “M”.

Steinberger Q4

L’intercorda del modello a 5 corde (il Q5) si differenzia però da quello della serie “M” (ovvero l’XM25) perché ora viene montato un ponte che consente una maggior spaziatura tra le corde (infatti il nome corretto del modello sarebbe XQ-25w dove w=wide bridge). l’XM25 era stato prodotto solo con il ponte di tipo “stretto”, il “narrow bridge”, che effettivamente aveva le dimensione del ponte per il 4 corde con alloggiate 5 sellette (quindi la spaziatura tra le corde era veramente contenuta).

Steinberger XM25

I modelli Q sono strumenti abbastanza pesanti (il corpo in acero si fa sentire) ed un po’ sbilanciati a causa del corpo voluminoso. L’elettronica è sempre al top (HAZ LABS) con magneti EMG. La linea è alquanto insolita, con delle spigolosità che effettivamente non lo rendono così accattivante (personalmente però a me piace). Era molto costoso per l’epoca (come d’altronde gli altri modelli) ma dentro scorre tutto il sangue STEINBERGER e … si sente: buona suonabilità, ottimo attacco con suono sempre definito. 

La serie Q è stata l’ultima ad essere stata prodotta a Newburgh (New York) nella sede originale. Gli ultimi modelli risalgono alla metà del 1992.

Colorazioni disponibili a catalogo STEINBERGER per i modelli Q4 e Q5 :

  • Black
  • Pearl White
  • Candy Apple Red
  • Electric Blue

Steinberger XQ2 – XQ25 era Gibson

Gli STEINBERGER XQ2 – XQ25, come detto precedentemente, sono una evoluzione dei modelli Q.

Venivano prodotti a Nashville, nel Tennessee, sotto la supervisione della Gibson che aveva rilevato la società dalla metà del 1992 e che continuava ad utilizzare molte delle componentistiche dei precedenti modelli. Decisamente più gradevoli esteticamente (per questo motivo infatti la Gibson aveva imposto un cambio di linea), hanno il corpo in frassino con legni forniti direttamente dagli stock Gibson.

Sono meglio bilanciati dei modelli Q perché più leggeri e questo grazie all’utilizzo del frassino anziché dell’acero. Hanno una scelta di colori maggiore (anche se io ho sempre una predilezione per il NERO o il BIANCO) oltre che introdurre alla fine degli anni ’90, esemplari con finitura in legno naturale verniciato lucido. Il listino rimane praticamente invariato rispetto ai precedenti Q4/Q5 (circa 1700 dollari per la versione 4 corde e 2000 dollari per quella a cinque).

Un discorso a parte lo meritano i pickup, che nei modelli a 5 corde non sono più esclusivamente EMG: troviamo anche magneti Bartolini accoppiati alla favolosa elettronica HAZ LABS e, negli ultimi modelli prodotti, vengono installati anche i Seymour Duncan (Basslines) con relativa elettronica Duncan (distinguibili perché i potenziometri di regolazione diventano 4 anziché i classici 3, dei quali uno concentrico). Personalmente la configurazione elettronica che più mi piace è proprio quella con i Bartolini: è più morbida degli EMG ma l’attacco c’è … comunque sempre questione di gusti e … dita.

I modelli XQ rimarranno in produzione fino alla metà del 1998.

Colorazioni disponibili a catalogo STEINBERGER per i modelli XQ2 e XQ25 :

  • Black
  • White
  • Cherryburst
  • Fireburst
  • Honeyburst
  • Natural Oil
  • Clear Red
  • Clear Blue
  • Clear Green
  • Clear Amber
  • Clear Purple

Steinberger XQ2 – XQ25 era Music-Yo

Da questo momento, per comodità e distinzione, identificherò questi strumenti con la sigla XQ-MY (ovvero modelli XQ distribuiti da Music-Yo).

Siamo alla fine degli anni ’90 e Gibson non ha più interesse a coltivare il marchio STEINBERGER che così velocemente inizia a scomparire dal mercato. 

Nei primi anni 2000 affiora però alla luce quella che sembrerebbe essere una nuova produzione di modelli STEINBERGER. Tra questi, due rispecchiano le linee dell’ XQ originale di Nashville.

Sono distribuiti via web da una società denominata Music-Yo .

Non è mai stato ben chiaro il rapporto tra Gibson e Music-Yo (che non è un produttore ma un semplice distributore). L’ipotesi più accreditata vuole che Gibson abbia trasferito la vendita di alcuni marchi non più gettonati (come Steinberger, Kramer, ecc) usando solo il canale web (figurando come Music-Yo) e vendendo direttamente, senza intermediari, al consumatore finale.

Spirit by Steinberger XZ e Steinberger XQ (XQ-MY)

Lo Spirit by Steinberger modello XZ altro non è che una copia di quello che era il “vero” Steinberger XQ. Rimane la forma e l’estetica ma i materiali e la componentistica sono davvero di un altro pianeta. La produzione di questi strumenti, che hanno il corpo in legno ma anche il manico in legno, veniva fatta in Corea negli stabilimenti della Cort. I pickup utilizzati erano dei Select by EMG ma del suono degli EMG avevano veramente ben poco. Questi strumenti venivano assemblati bene con materiali però decisamente “low budget”, il tutto per offrirli ad un prezzo veramente competitivo.

Parallelamente all’economico Spirit by Steinberger XZ, compare anche un nuovo modello XQ (quello che io ho denominato XQ-MY) che riporta invece il logo STEINBERGER ufficiale (non Spirit by Steinberger) ed era enfatizzato come Made in USA.

Confronto-Steinberger-XZ-vs-XQ

A sinistra : Spirit by Steinberger modello XZ25

A destra : Steinberger XQ25 (modello distribuito da Music-Yo)

Steinberger XQ-MY – differenze con il modello originale

Il nuovo XQ (XQ-MY), pur essendo molto simile a quello prodotto negli anni ’90, non ha più niente di STEINBERGER se non il progetto.

Il manico

La produzione del manico dell’ XQ-MY viene ora affidata alla Moses Graphite ed ha il truss rod. Ricordo che tutti i modelli STEINBERGER “veri” sono privi di truss rod e questa è una loro particolarità, che li ha resi unici nel panorama degli strumenti a corde.

Il nuovo manico è opaco perché realizzato in graphite, mentre gli originali XQ2/XQ25 erano dotati di manico nero lucido in “Steinberger Blend“, una sorta di miscela tra fibra di carbonio e fibra di vetro, con la tastiera in resina epossidica.

E’ più sottile rispetto al classico manico Steinberger, decisamente veloce, forse anche più dell’originale. E’ di buona qualità però le rifiniture ai bordi non sono come quelle dei suoi predecessori. I tasti non sono sempre perfettamente tarati.

Il corpo

Il corpo dell’ XQ-MY è più leggero, se si suona molte ore la differenza di peso in meno si avverte e questo è indubbiamente un vantaggio. E’ perfettamente bilanciato (l’XQ originale era ottimo ma questo XQ-MY lo è ancora meglio). Per il legno del corpo è stato usato sempre il frassino ma, forse dovuto alla scarsa stagionatura, risulta essere abbastanza tenero (prende botte facilmente), soprattutto se con finitura trasparente.

L’attacco body-neck è diverso: non c’è più la placca metallica di giunzione ma cinque viti inserite direttamente tra corpo e manico. Esiste inoltre un doppio alloggiamento per 2 batterie a 9 Volts (gli XQ originali avevano il circuito alimentato da una sola batteria da 9V inserita all’interno del vano elettronica).

Trovo XQ-MY un po’ più agevole sulle note alte di fine manico proprio per la giunzione più sottile.

L’elettronica

Con questo XQ della Music-Yo si ritorna ai magneti EMG ed alla favolosa elettronica Haz Labs, che erano stati abbandonati negli ultimi modelli di fine anni ’90 per passare ai Seymour Duncan.

Gli EMG lo portano ad essere “cattivo come pochi” con un attacco devastante (almeno la versione a 5 corde che io che ho avuto modo provare). Usando il plettro si bucano letteralmente i coni.

Steinberger XQ-MY – personali conclusioni

Per un purista STEINBERGER l’XQ-MY è un orrore, un Frankestein da evitare sempre e comunque. Io, da musicista e non da non collezionista, lo valuto un buon prodotto, sicuramente migliore di molti altri bassi. Non è però all’altezza delle precedenti produzioni sia come qualità sia come rifiniture.

Potrebbe anche essere spacciato per uno Stein “doc” se non si conoscono bene i modelli, ma lo si capisce al volo guardando la giunzione posteriore tra corpo e manico, come precedentemente indicato.

Anche il modello XQ-MY non viene da tempo più prodotto (gli ultimi esemplari sono del 2007) ed il suo prezzo da nuovo si attestava intorno ai 1250 dollari.


In  merito ai seriali degli strumenti Steinberger

I seriali degli strumenti STEINBERGER hanno :

  • N” iniziale se fabbricati nello stabilimento di Newburgh (New York)
  • TN” iniziale se fabbricati nello stabilimento di Nashville (Tennessee)
  • N” iniziale se distribuiti da Music-Yo, da non confondersi però con la numerazione originale di Newburgh

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